giovedì 28 marzo 2013

Il manifesto degli insegnanti

7 luglio 2010




E ieri sera avete cominciato a far circolare qualcosa di me...un video, un video realizzato sui 13 impegni, così mi piace chiamarli, che già molti insegnanti hanno sottoscritto e molti altri faranno. Sono una musicista, amo il mondo dell'analogico, l'arte, le immagini evocative, la musica, la poesia, la mia interpretazione è nata per vie tortuose, ma soprattutto su due piedi, un video fatto velocemente il giorno prima di partire per il Veneziacamp e finito in treno grazie ai validissimi e utilissimi consigli della mia amica Cristina. Vorrei spiegarvi l'interpretazione che ho dato ai punti. 
Ho voluto lasciare il primo così com'è, senza nulla e lasciarlo scorrere a tratti perché rappresenta per me il fondamento dell'impegno di ciascun insegnante: essere disposti a imparare, il che significa essere disposti a crescere e a riconoscere i propri errori. 

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante. 

La meraviglia per il mondo sa un po' di Pascoli, ma è la realtà, non si può insegnare o imparare se non c'è la curiosità in atto, la sete di sapere, di scoprire...molti insegnanti dimenticano che i ragazzi vogliono sapere e anche se così non sembra, compito del docente dovrebbe essere quello di andare alla ricerca della "meraviglia per il mondo" di chi ha di fronte, scoprire i canali giusti. Penso che l'immagine che ho scelto rappresenti a pieno questo concetto, uno sguardo che guarda in alto,verso un orizzonte senza confini.

2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.

Noi insegnanti siamo disposti ad ammettere i nostri errori? li cancelliamo per poterli correggere la volta prossima?Lo ammetto, mi osservo continuamente quando insegno, di errori ne ho fatti tanti e ne farò...ma spesso ne parlo con i ragazzi, mi impegno sempre a dimostrare coerenza, mi impegno soprattutto a dimostrare e spiegare che l'errore è importante, non deve spaventare e non può essere punito.

3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.

La scuola deve poter dare gli strumenti giusti per andare oltre, per scoprire il mondo, per poter diventare autonomi, per poter costruire le proprie conoscenze partendo dalle conoscenze che in classe qualche insegnante ti ha soffiato in un orecchio poi, fuori, i ragazzi sapranno quali sono le loro conoscenze. La figura del pesce che guizza nella casa del pesce vicino potrebbe essere riduttiva, ma se ci pensiamo bene la conoscenza nasce dall'apertura all'altro, cosa c'è di meglio che guizzare "nella casa dell'altro"? 

4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.

La verità...confesso che l'immagine non l'ho scelta io...sigh, ma mi ha convinto: l'impronta che ogni insegnante dovrebbe lasciare, l'impronta dalla quale si parte alla ricerca della propria verità...scuola di conoscenze e competenze...spesso, in questi giorni, ho sentito parlare del fatto che i ragazzi imparano quello che ritengono gli sarà utile...un dito della mia pseudo verità. Vorrei impegnarmi per donarglielo. 

5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.

L'immagine del bimbo sotto il canestro è una delle mie preferite, a volte mi sento anch'io così...ritengo che la troppa sicurezza non paghi mai (anche se a volte la preferirei). Crescere significa superare ostacoli, ma oltrepassare i limiti...non vorrei parlare di motivazione, i paroloni non sono per me, sono una più d'azione che di parole...e ne ho scritte già troppe tutte insieme.

6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente. 

Scuola uguale mondo. A volte è difficile pensarlo, a volte le scuole sono così chiuse in se stesse!!! non solo per l'insegnamento, ma anche per le realtà scolastiche vere e proprie. Ho lavorato in scuole di montagna...e le montagne invalicabili non erano solo fuori...

7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.

Quando ho visto il triste gatto che il pesce ha costretto a vedere il suo mondo, ho immaginato il silenzio, ho immaginato l'immobilità, ho immaginato la stupidità, ho ricordato le mie prime lezioni in classi che non conoscevo...che non mi conoscevano "ragazzi si parte con un brainstorming"...ho ricordato ragazzi che mi guardavano perché pensavano all'ennesimo prof pazzo. Vorrei togliere il gatto da quell'ampolla. Insegnare a razionalizzare, riflettere, decidere...fino a che non faranno scacco matto, il loro scacco matto, della loro partita. L'immagine della finestra ha una storia a parte...ma non ve la racconterò: la finestra l'ho interpretata come apertura al mondo, completa apertura, ma si deve pur uscire da qualche luogo per andare nel mondo, questa finestra deve pur reggersi in qualche modo: l'insegnante deve costruire la finestra e fare in modo che dopo una piccola spinta iniziale tiri un vento di curiosità e i ragazzi siano in grado di fotografare il mondo da quella finestra, ognuno con la propria prospettiva.

8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.

Quanto è difficile mettere i voti. Perché! Perché non significano nulla, non si può dire che un tuo alunno vale un 10 o un 4. In fin dei conti dobbiamo insegnare a vivere, vabbè ho esagerato: a "insegnarsi" a vivere.

9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.

Ho letto il decimo punto e...ho avuto dei dubbi...ci ho messo un po' poi mi sono chiesta:"Come posso valutare, conoscere, aiutare......" risposta. SOLO ATTRAVERSO IL DIALOGO ecco allora le immagini di vita scolastica quotidiana: l'insegnante con il gruppo, l'insegnante con un alunno...gli insegnanti parlano così con la classe o si rivolgono solo e sempre alla classe? Gli insegnanti fanno parlare la classe? Credetemi, le realtà sono tante e diverse...a volte tristi...

10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.

Tengo particolarmente a questo punto, i ragazzi che si tengono per mano l'ho visto come un simbolo...solo attraverso l'altro possiamo conoscere noi stessi, scoprire quella che si chiama "zona cieca" e da questa conoscenza ripartire per il passo successivo, un percorso che forse non avrà mai fine. Affronto sempre a scuola questo argomento, l'identità, in prima ma soprattutto in seconda quando i ragazzi affrontano lo studio della scoperta dell'America. La conoscenza di noi stessi può condurre alla scelta di un cammino individuale. L'immagine delle orme sulla spiaggia non è triste, è solo esplicativa ed evocativa. Ma l'immagine che amo di più è quella del pianoforte, non perché sia una musicista, ma come avete notato è l'unica senza parole. Il pianoforte rappresenta le molteplici armonie dell'incontro tra diversità, sul pianoforte non c'è un tasto uguale all'altro eppure nel corso dei secoli e ancora oggi e in futuro vengono fuori armonie strepitose, alcune dissonanti, è vero, ma sono state insieme sullo stesso spartito con estimatori e non. Niente scritte perché...non ve lo dico :-)

11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.

Le frecce nel tempo sono fondamentali, come importante è il continuo confronto tra le realtà temporali, l'ascolto del passato come nelle due mani che si incontrano, una per imparare una per insegnare con l'esempio e la conoscenza.

12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
Di nuovo la necessità di uno schermo libero. Ma un ostacolo solitario e VALICABILE era il minimo. 

13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.

La strada da percorrere sarà lunga, difficile, ma penso che ce la possiamo fare.
Simona





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